La fusione dell’oro consente di recuperare questo metallo pregiati sotto forma pura raffinando oggetti di oreficeria e gioielli. Tutti i metalli preziosi, infatti, vengono utilizzati comunemente in lega perché sono troppo duttili e morbidi allo stato puro per non rovinarsi con l’uso. Di conseguenza vengono aggiunti materiali leganti che ne aumentano la resistenza ma che al tempo stesso ne diminuiscono il valore. Proprio per il fatto che il solo oro da investimento è quello 24 carati bisogna mettere in atto un processo di recupero e di raffinazione, così da poter realizzare lingotti con una purezza di almeno il 99,5%. Si tratta dello standard internazionale previsto su tutti i mercati, mentre i pesi e le dimensioni degli elementi possono essere molto variabili.
La fusione dei metalli preziosi avviene in fonderie e aziende specializzate in quanto sono richieste competenze specifiche, manodopera con esperienza nel settore e un’attrezzatura altamente tecnologica per potere a termine l’operazione con ottimi risultati. In Italia tutti i soggetti che possono svolgere questa attività devono avere la qualifica di Operatori Professionali in Oro. Si tratta di una qualifica accordata esclusivamente dalla Banca d’Italia, dopo la verifica del possesso di stringenti requisiti per tutelare la clientela e lo Stato stesso. Molto spesso gli operatori sono Banco Metalli, che effettuano sia l’acquisto di oggetti d’oro e d’argento che la loro fusione per conto proprio o per conto terzi.
Il processo è fusione è fondamentale per ridare ai metalli preziosi la loro purezza originaria e si basa sull’impiego di appositi forni alimentati con una miscela di gas e ossigeno e che raggiungono temperature altissime. Infatti l’oro raggiunge il punto di fusione a 1064°C, mentre l’argento richiede temperature leggermente inferiori. I pezzi da fondere sono messi all’interno di un crogiolo di ghisa insieme a piccole quantità di borace e di salnitro. Si tratta di sostanze che favoriscono il processo di fusione: la prima rende più facile il passaggio del metallo allo stato liquido, il secondo consente di proteggerlo da un’eventuale ossidazione. Durante la fusione i materiali leganti diventano scorie e sono eliminati. Una volta che l’oro è fuso, si estrae il crogiolo dal forno e si cola il metallo nelle staffe, appositi contenitori in ghisa o in grafite le cui pareti interne sono state leggermente unte con cera oppure con dell’olio di lino. In questo modo si rende più facile il distacco del lingotto d’oro contenuto. L’impiego di manodopera esperta risulta essere fondamentale perché il metallo fuso si solidifica rapidamente. Di conseguenza la colatura deve avvenire rapidamente per evitare che l’oro si stratifichi in maniera non omogenea.
Al termine del processo di affinazione il lingotto grezzo viene immerso in acido solforico per eliminare gli scarti e i residui di altri materiali sulla superficie. In questo modo lo si rende brillante e lucido ed è possibile effettuare il passaggio successivo, cioè sottoporre la verga ad analisi per stabilire la percentuale di oro contenuta e quindi determinarne il titolo dell’elemento. Si tratta del saggio alla tocca, chiamato anche spot test: si sottopongono piccole parti del lingotti a un test di tipo chimico analitico per valutarne la composizione qualitativa e quantitativa. Quest’analisi consente di verificare la purezza del metallo e di certificarne il valore sul mercato. A questo punto i lingotti possono essere messi in circolazione e venduti a investitori privati, gioiellieri, industrie di vario genere, fondi d’investimento, banche oppure orefici. Di conseguenza diventano un bene rifugio per investire i propri risparmi e diversificare il proprio portafoglio per proteggerlo da inflazione e svalutazione oppure una materia prima del ciclo produttivo. Infatti l’oro può essere lavorato e trasformato nuovamente in oggetti preziosi o usato nell’industria.
I Banco Metalli e le fonderie mettono a disposizione il servizio di fusione anche a terzi. Diventano il riferimento per i privati che vogliono recuperare rottami d’oro o stipulare convenzioni con compro oro di piccole e medie dimensioni, gioiellerie e oreficerie. Si occupano quindi di ritirare l’oro usato e di trasformarlo in metallo puro.
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