L’oro è un bene rifugio, tuttavia si caratterizza per essere molto volatile nel breve periodo: per questo motivo investire in questo settore è al tempo stesso un fattore di incertezza e una notevole opportunità. Infatti la quotazione del metallo giallo cresce quando il panorama internazionale e i mercati attraversano un periodo di crisi. Esistono diversi fattori che determinano l’oro quotazione, primi fra tutti la domanda e l’offerta, le aspettative degli investitori e l’andamento del dollaro: si tratta della valuta attraverso cui è espresso il valore del metallo. Di conseguenza i due valori hanno un rapporto inversamente proporzionale: la sopravvalutazione della moneta statunitense porta a una svalutazione del metallo ed è per questo motivo che l’oro quotazione è crollata nel secondo trimestre del 2016. Per questi motivi quando si investe nel metallo giallo è necessario valutare la situazione geopolitica e finanziaria mondiale: la migliore quotazione oro si ottiene solo quando si ha una situazione di incertezza localizzata o, ancor meglio, generale. Infatti questo metallo prezioso ha una notevole stabilità nel lungo periodo e non perde valore neppure quando si verificano crac borsistici e finanziari, come accade invece per le azioni e per le obbligazioni.
Per quanto riguarda le previsioni valore oro 2017, la banca elvetica Credit Suisse ipotizza che l’oro quotazione si aggirerà intorno intorno ai 1.338 dollari. I massimi storici si raggiungeranno grazie all’aumento dei rendimenti obbligazioni statunitensi nel primo semestre dell’anno e all’accelerazione messa in atto dalla Fed sui tassi di interesse. La stessa analisi proviene dalla banca canadese Toronto Dominion Bank, che sottolinea come il prezzo dell’oro crescerà grazie alle politiche economiche promesse dal neo-presidente statunitense Donald Trump. Il trend rialzista è legato alle spese promesse per le opere pubbliche e per le infrastrutture con l’obiettivo di aumentare gli occupati. Infatti durante la campagna elettorale Trump ha più volte ribadito di voler aumentare la spesa pubblica, promettendo oltre 500 miliardi di dollari da investire in infrastrutture; inoltre sarebbero possibili incentivi sotto forma di crediti d’imposta per un totale di 137 miliardi di dollari alle società private che favoriranno questi progetti. Un programma del genere porterebbe, oltre a 200.000 nuovi posti di lavoro e all’aumento del PIL, a una crescita esponenziale del debito pubblico. Stampando una maggiore quantità di denaro e con una maggiore inflazione si verificherà una situazione d’instabilità finanziaria e valutaria del dollaro dalla quale l’oro trarrebbe vantaggio. La Toronto Dominio Bank ha previsto che agli inizi dell’anno si avrà un ribasso dell’oro dovute alle conseguenze delle politiche monetarie di dicembre della Fed, che provocheranno un iniziale rafforzamento del dollaro. Solo successivamente, quando i tassi di interesse reali resteranno bassi, l’oro tornerà competitivo e si assisterà a un deciso rialzo. Per tutti questi motivi la Toronto Dominion Bank ritiene che l’oro quotazione prima subirà un ribasso che la porterà a scendere sotto i 1.200 dollari l’oncia e poi potrà raggiungere quota 1.350 dollari l’oncia.
Alcuni analisti, invece, ipotizzano previsioni valore oro 2017 superiori al tetto fissato da Credit Suisse. Ad esempio, l’oro quotazione potrebbe superare i 1.400 euro dollari all’oncia entro la fine dell’anno per Mana Companies Asset Management. Si tratta in ogni caso di previsioni molto positive, che potrebbero alimentare ulteriormente il trend al rialzo proprio suscitando notevoli aspettative negli investitori e portando a un forte aumento della domanda.
Tuttavia bisogna tenere a mente che non è solo la Fed a influenzare l’oro quotazione, ma anche tutte altre banche centrali del mondo. Al tempo stesso, avendo a che fare con un Qantitative Easing globale, potrebbe diventare meno appetibile investire nei beni rifugio. La Templeton Emerging Markets Group, invece, ha aspettative rialziste sul prezzo dell’oro: le sue previsioni sono un aumento del 15% del valore dell’oro entro la fine dell’anno 2017; una notevole influenza avranno le tempistiche con le quali la Fed agirà in politica monetaria per quanto riguarda i tassi di interesse e il valore reale di questi ultimi.
Operatori Professionali in Oro, è una possibile carriera?
Molte volte ci si imbatte in figure professionali di cui non si sa molto con la conseguenza che non si hanno le idee chiare in merito ad una eventuale possibilità di carriera e ponendosi continue domande senza riuscire a chiarirsi le idee. Tra questi casi rientrano le figure degli Operatori Professionali in Oro – oporo – di cui oggi si parla moltissimo, ma di cui tanti non conoscono bene né il significato né il ruolo né se, effettivamente, può essere considerata una valida nuova opportunità di carriera come lavoro continuativo e duraturo.
Vediamo insieme allora di che si tratta andando ad approfondire le caratteristiche principali di questa nuova attività. Prima di tutto, com’è intuibile dall’argomento molto delicato, le normative che regolano i rapporti e il commercio con l’oro sono molto complesse e rigide ed è giusto che si presti molta attenzione a ciò che occorre per diventare oporo onde evitare di incorrere in qualche problema legislativo.
L’oporo, ossia l’operatore professionale in oro, è colui che opera il commercio dell’oro sia per conto proprio che per conto di terzi in base all’art. 1 comma 1 della Legge 7/2000, la quale, specifica bene cosa si intende con il termine Oro.
Da lì si intuisce che si può parlare di tale attività solo se si ha a che fare con un oro la cui purezza sia superiore a 995 millesimi, quando è in forma di lingotti, oppure 900 millesimi se in forma di monete. Regola altrettanto fondamentale è che l’oro in questione sia destinato ad un uso industriale.
Diversamente, non esiste la figura né l’attività di oporo.
Naturalmente, per diventare oporo è necessario possedere dei requisiti dettagliati, stabiliti dalla Banca d’Italia che detiene anche un albo, consultabile su internet, molto utile soprattutto per controllare l’affidabilità dell’operatore scelto affinché si sia certi dei suoi requisti di legge.
Quali sono tali requisiti? Principalmente si parla di due principali fondamenta su cui si basa la futura figura dell’Operatore Professionale in Oro:
1) avere una società con forma giuridica ben distinta, quindi o società per azione, o anche cooperativa, in accomandita o a responsabilità limitata, purchè il capitale sociale versato non sia inferiore al valore minimo previsto per quanto riguarda le società per azioni.
2) Avere requisiti di onorabilità.
Gli articoli 108 e 109 del Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, emanato con Decreto Legislativo 1° settembre 1993, n. 385 e dai Decreti attuativi del Ministero del Tesoro nn. 516 e 517 del 30 dicembre 1998 determinano i requisiti di onorabilità che investono gli amministratori della società operante affinché garantisca una sana e prudente gestione della stessa.
Si può dire che, in primis, tali soggetti non devono essere sottoposti a misure particolari stabilite dall’autorità giudiziaria, quindi, non devono essere in stato di detenzione per delitti in materia bancaria, assicurativa, tributaria, riciclaggio, corruzione, frode e altro né esserlo stati nei precedenti ultimi due anni.
Una volta stabiliti i requisiti principali bisogna comunicare alla Banca d’Italia, prima dell’inizio dell’attività come Operatore Professionale in Oro, la società che opererà in tal senso. La comunicazione avviene attraverso dei moduli prestabiliti dall’istituto stesso in cui si indicheranno con chiarezza tutti i dati della società, gli estremi del rappresentante legale inserendo le eventuali comunicazioni e attestazioni richieste e tenendo presente che eventuali atti falsi o dichiarazioni mendaci sono puniti ai sensi del Codice Penale.
A questo punto, entro 120 giorni dalla presentazione della comunicazione, la Banca d’Italia con proprio provvedimento assegnerà un codice operatore al soggetto che ha effettuato la comunicazione e, in tal caso, la domanda di iscrizione all’albo si intenderà positiva e quindi, accettata.
Queste figure diventano così i principali operatori che possono realizzare vere e proprie attività commerciali con l’oro così come anche i Banco metalli, anch’essi operatori professionali in oro, la cui differenza è rappresentata dal fatto che il loro materiale non è rivenduto bensì destinato alla fusione ed affiliazione di tutto l’oro raccolto con la possibilità di coinvolgere anche i cittadini privati.
Se si hanno requisiti ed affinità per questo genere di lavoro, si può dire che appartenere all’albo degli Operatori Professionali in Oro può essere considerata un’attività redditizia nonché aggiuntiva ad altre perché essa non limita la possibilità di esercitare altre attività lavorative e commerciali di diversa natura.
Basti considerare che oggi questa figura sta prendendo largo sbocco lavorativo perché in tanti preferiscono acquistare o vendere oro non più tramite gioiellerie. Principalmente bisogna prendere atto che, queste ultime, non sempre hanno a disposizione lingotti di grandi dimensioni e spesso ricercate e che, inoltre, hanno l’obbligo della fatturazione con IVA, una tassa, in tal caso, non recuperabile.
L’operatore professionale in oro, invece, ha questa particolare caratteristica accattivante di poter commercializzare l’oro senza IVA, il che è molto vantaggioso specie per chi compra il materiale a puro scopo di investimento.
Oro – quando la fusione lo rende perfetto
L’oro è conosciuto come uno dei metalli più preziosi, indispensabile per la realizzazione di gioielli e monili. La sua caratteristica di rimanere intatto a contatto con molti composti chimici, nonché con aria, acqua ed umidità, lo ha reso uno dei materiali preferiti per la realizzazione di monete e oggetti di arredamento. Nei gioielli e nei vari soprammobili è possibile trovarlo in colorazioni diverse da quella originale gialla. In particolare è possibile trovare monili di colore rosso, rosa, blu o bianco. Le diverse tonalità realizzate per uso estetico prevedono l’aggiunta, in fase di fusione dell’oro di rame, argento, nichel, ferro o palladio.
Ma il prezioso metallo ha un’altra importante caratteristica che lo rende indispensabile anche in settori diversi da quello orafo. La sua conducibilità elettrica ne fa un elemento utilissimo per la realizzazione dei componenti elettronici di tablet, smartphone, forni a microonde e personal computer. Molte sono le aziende che, negli ultimi anni, si sono specializzate nel recupero dell’oro presente nei vari componenti elettrici, grazie alla raccolta differenziata ed alla fusione che permette loro di rientrare in possesso dell’aureo metallo. La fusione dell’oro è una tecnica conosciuta ed utilizzata da moltissimi anni, che con il passare del tempo è stata migliorata grazie all’impiego di nuovi macchinari e nuove tecnologie. Inizialmente infatti l’oro veniva semplicemente schiacciato attraverso un martello sull’incudine, per poi venire modellato e lavorato. Con la scoperta della temperatura di fusione è stato possibile averlo a disposizione in forma liquida, attraverso speciali forni che raggiungono la temperatura necessaria per questa operazione, pari a 1064 gradi. L’oro viene collocato all’interno del forno contenuto in dei crogioli, grandi recipienti metallici dve vengono inserite anche piccole quantità di borace e salnitro. Quest’ultimo componente aumenta la liquidità del metallo fuso, mentre la borace ne previene l’ossidazione. Una volta portato l’oro allo stato liquido, questo viene estratto dal forno e versato in apposite staffe in ghisa precedentemente unte con olio di lino. Le staffe riproducono fedelmente la forma del lingotto che l’oro assumerà, una volta risolidificato. Il tempo che intercorre tra l’estrazione del crogiolo dal forno e la collocazione dell’oro in forma liquida all’interno delle staffe deve essere estremamente breve, in quanto il metallo tende a risolidificarsi velocemente, creando una iniziale stratificazione che comprometterebbe il risultato estetico finale. Il processo di fusione non termina però con la formazione dei lingotti. A questo punto l’oro, perfettamente risolidificato, avrà ancora molte impurità, che dovranno essere tolte attraverso un bagno nell’acido solforico.
Solo dopo questo processo il lingotto si presenterà di un colore giallo brillante, tipico dell’oro che noi tutti conosciamo. Come ultimo passaggio l’aureo metallo viene sottoposto ad un procedimento di affinazione, previsto per i lingotti che presentino una purezza pari almeno a 700/1000. Un composto realizzato con un quarto di acido nitrico e tre quarti di acido cloridrico permette di aumentare notevolmente la purezza dell’oro, fino a raggiungere una purezza quasi assoluta.
E se invece dei lingotti desiderassimo realizzare dei monili, come dovremmo comportarci? I passaggi per la fusione dell’oro rimangono gli stessi, fino alla sua estrazione dal forno. A questo punto, anziché collocarlo all’interno delle staffe, dovrà essere messo a disposizione di esperti orafi che, con la loro straordinaria abilità, riescono a modellarlo per realizzare il gioiello desiderato.
Guadagnare con oro di recupero
L’oro è usato principalmente nel settore dell’oreficeria e della gioielleria, tuttavia non tutti sanno che ha altre destinazioni d’uso: infatti questo metallo è un eccellente conduttore di calore ed elettricità e per questo viene ampiamente sfruttato nell’industria elettronica. Inoltre lo si utilizza anche nel settore della farmaceutica, dell’informatica, degli strumenti di precisione e dell’energia.
In particolare è l’industria dei computer e dei dispositivi elettronici a usarne la maggior quantità: infatti l’oro impiegato per realizzare i circuiti interni di queste apparecchiature si aggira su varie tonnellate ogni anno. Proprio per il fatto di resistere perfettamente all’azione degli acidi, di essere antiossidante e di avere un’ottima conduttività elettrica e termica, l’oro è presente in ogni elemento interno dei computer: la quantità presente è veramente minima, tuttavia la scheda madre, la memoria RAM, le schede di espansione e molti altri componenti non potrebbero funzionare senza circuiti in metallo prezioso.
Al mondo si trovano vari giacimenti di oro in forma di miniere primarie (quelle che si estendono nel sottosuolo) e di miniere secondarie, cioè i depositi alluvionali. Nella maggior parte dei casi si ha a che fare con i giacimenti del primo tipo in quanto sono quelli più diffusi: questa tipologia di miniere, tuttavia, necessita di modalità di estrazione più complesse, in quanto il metallo prezioso è unito a scorie o altre sostanze. Di conseguenza è necessario lavarlo e sottoporlo a trattamenti chimici prima di avere oro puro. Il metallo aurifero viene estratto per la maggior parte in Sudafrica (il Paese copre circa il 60% della produzione mondiale di oro), in Australia, in Russia, negli Stati Uniti e in Canada.
A causa del costo notevole dell’oro, che negli ultimi anni non ha fatto che aumentare, si è diffusa sempre più la tendenza a recuperare il metallo presente nelle componenti elettroniche. All’inizio questa attività era in pratica appannaggio delle sole aziende elettroniche, che ritiravano i propri dispositivi vecchi oppure rotti dai proprietari che acquistavano un modello nuovo. Gli apparecchi elettrici o elettronici vengono quindi disassemblati così da poter riciclare le varie componenti una per una ed estrarre i metalli utili contenuti. In questo modo si recupera non solo l’oro, ma tanti altri metalli.
Il recupero dell’oro vecchio dai cellulari e dalle apparecchiature elettroniche si fonda sia su ragioni economiche che ecologiche: infatti in questo modo si inquina di meno, si ha un minore impatto ambientale e si mettono in atto i principi dell’economia circolare. Sono sempre di più le persone che si dedicano a questa attività: spesso l’idea che sta alla base di questo comportamento è di diminuire la quantità di rifiuti tecnologici da smaltire. Tuttavia per riuscire a ottenere quantità di oro che valgano la procedura è necessario avere molti componenti elettronici. Interventi fai da te sono sconsigliati, in quanto bisogna usare sostanze tossiche come il cianuro e altri acidi: per questo è meglio affidarsi a esperti del settore oppure ad aziende specializzate. Così sono garantite le necessarie misure precauzionali per salvaguardare la sicurezza delle persone e dell’ambiente. Inoltre bisogna tenere a mente che negli ultimi anni si sono diffuse tecniche a basso impatto ambientale, basate non sull’uso di acidi ma di una sostanza derivata dall’amido: si tratta dell’Alfa-Ciclodestrina, che separa l’oro dalle altre parti elettroniche senza inquinare.
Di conseguenza è possibile affidarsi a un’azienda, a un consorzio del settore oppure a un banco metalli: qualunque sia la soluzione scelta è necessario prima di tutto isolare le parti contenenti il metallo aurifero. Per questo motivo bisogna avere conoscenze minime di elettronica, così da sapere come funziona un computer. Da una tonnellata di scarti elettronici e informatici si estraggono 15-18 grammi di oro: di conseguenza si può capire come questa procedura di recupero abbia effetti economici solo se riguarda grandi quantità di materiale. Invece i vantaggi per l’ambiente sono immediatamente percepibili. Tuttavia per le aziende si tratta di una strada interessante, considerando come nel settore dell’elettronica e dell’informatica spesso si impiega l’oro 24 carati, cioè puro. Infatti in questo modo la conduttività termica ed elettrica del materiale è più alta; al tempo stesso non è necessario unire all’oro altri metalli per renderlo meno tenero, come accade invece per i gioielli.
Investire in sterline dopo brexit, cosa cambia
Senza alcun dubbio, la Brexit ha provocato un vero e proprio terremoto nei mercati internazionali. L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, infatti, sta generando moltissimi timori e non sono in pochi a temere per il futuro. Una cosa è certa: nonostante il tracollo delle borse dei giorni immediatamente successivi alla Brexit, il mercato si sta stabilizzando anche se la sterlina è comunque costretta a fare i conti con una svalutazione notevole. Ma conviene ancora investire nella sterlina? Di sicuro, le quotazioni della moneta britannica sono scese e le previsioni non lasciano ben sperare. La conseguenza diretta di una simile svalutazione è rappresentata dall’aumento dell’inflazione interna che dovrebbe aggirarsi intorno al 5%. In ogni caso, gli analisti parlano di un periodo di incertezza che dovrebbe durare circa 4 mesi. Trascorso questo periodo, dunque, si potrebbe iniziare ad intravedere all’orizzonte una stabilizzazione. Ovviamente, tutto dipenderà dalle decisioni che verranno prese in Europa. Se, infatti, da una parte, c’è chi spinge per una rapida formalizzazione dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, dall’altra c’è chi tenta di temporeggiare, tenendo i riflettori puntati sugli investimenti a breve termine. Le previsioni a lungo termine, però, sono davvero molto difficili da formulare. Gli scenari sono molto fluidi e con loro lo sono anche i mercati. Per il momento, Bank of England ha deciso di immettere sul mercato 250 miliardi in modo tale da tentare di gestire le incertezze che stanno attanagliando gli investitori. Come è facile immaginare, si tratta solo di una misura tampone finalizzata a fare fronte alla continua svalutazione della sterlina sia nei confronti dell’euro che del dollaro.
Prima della Brexit, una sterlina valeva 1,2987 euro. Adesso, invece, una sterlina vale 1,1967 euro. Insomma, la svalutazione si sta facendo sentire. Identico ragionamento vale anche per il dollaro. Prima della Brexit, una sterlina valeva 1,4694 dollari. Oggi, invece, una sterlina vale 1,3232 dollari. Le politiche monetarie che Bank od England deciderà di mettere in atto nei prossimi mesi saranno a dir poco cruciali. L’idea potrebbe essere quella di un drastico taglio dei tassi di interesse che, per il momento, sono allo 0,5%. Il cosiddetto allentamento monetario, pertanto, potrebbe essere un buon compromesso per arginare la svalutazione della sterlina e per infondere sicurezza sui mercati. Nel caso in cui si dovesse optare per un taglio dei tassi di interesse, a risentirne sarebbero anche i tassi cosiddetti derivati. In questo caso, i long potrebbero apparire molto meno attraenti agli occhi degli investitori. Un’altra opzione potrebbe essere rappresentata dal Quantitative easing che comporterebbe un aumento sostanziale degli asset e genererebbe un concreto rilancio della moneta. Stando alle fonti ufficiali, pare che Bank of England stia mettendo in atto misure volte alla stabilizzazione dei mercati e che nelle prossime due settimane ne darà notizia ai cittadini e, soprattutto, agli investitori internazionali. Un aspetto di cui tenere conto riguarda il fatto che, nonostante i timori iniziali, le borse non sono letteralmente crollate a picco. Al contrario, pare che la Borsa di Londra stia riconquistando terreno. Nessuna fuga di capitali, dunque e, soprattutto, nessuna catastrofe imminente. Investire nella sterlina non solo è possibile ma è ancora molto vantaggioso. Ciò che appare chiaro agli occhi degli investitori più esperti è il fatto che il denaro messo in circolo sui mercati da Bank of England ha consentito di gestire al meglio la crisi almeno nel breve periodo. Insomma, a questo punto la cautela è d’obbligo.
Prima di investire nelle monete, è necessario analizzare bene i mercati e riflettere in maniera approfondita in merito soprattutto alle scelte politiche che verranno messe in atto dal governo britannico. Ad esse, infatti, è legata a doppio filo la sorte della sterlina. La fluttuazione della sterlina è fisiologica e con essa lo sono gli investimenti. Per tale ragione, si consiglia di analizzare con scrupolosità tutti i possibili scenari e di informarsi in merito alle decisioni prese sia dal governo della City che dall’Unione europea. I finanzieri più audaci, infine, potranno giovare notevolmente dell’attuale aumento di liquidità e c’è da scommettere che non saranno in pochi a decidere di investire proprio in queste settimane. In sintesi, la situazione post-Brexit è ancora troppo articolata per poter essere immortalata ma gli spazi per investire continuano ad essere molti.
Monete da investimento, come orientarsi
Secondo il parere di autorevoli esperti, il 2016 premierà i piccoli e medi risparmiatori che hanno puntato sull’oro, l’unico asset alternativo capace di assicurare una buona liquidità in caso di vendita.
Nonostante l’instabilità delle Borse internazionali, gli analisti sono concordi nell’affermare che chi in passato ha acquistato oro fisico e, in modo particolare monete da investimento, quest’anno avrà la possibilità di sfruttare a proprio vantaggio il trend ancora molto positivo del metallo prezioso.
Per ottenere un premio redditizio bisogna individuare il momento in cui la quotazione dell’oro raggiunge il valore più alto rispetto a quando si è acquistato e monitorare la richiesta sul mercato delle tante monete disponibili.
I risparmiatori che decidono di disinvestire possono seguire, ad esempio, il gold fixing fissato quotidianamente dal London Buillon Market Association oppure analizzare i dati contenuti nel rapporto trimestrale Gold Demand Trends diffuso dal Wgc (Word Gold Council). E più precisamente, se la Borsa è in contrazione conviene aspettare tempi migliori ma se la domanda è alta, la vendita di alcuni tagli può ugualmente assicurare buone plusvalenze.
Anche seguendo il MOM, diffuso on line, l’utente può verificare l’indice statistico del fixing che, rilevando le oscillazioni dei mercati finanziari, consente di capirne l’orientamento e di comparare i prezzi.
Attualmente, il sentiment di risk off molto diffuso in Europa, sta portando ad un afflusso di oro fisico che va ben oltre a quello registrato nel 2015: questa tendenza rappresenta una buona notizia per chi vuole vendere le sue monete d’oro perchè è indice di una buona rivendibilità.
Anche i meno esperti possono comunque calcolare il valore approssimativo di ogni moneta in base alla sua grammatura e al titolo, cioè la quantità di metallo giallo contenuta nella lega aurea.
Anche da casa, con una semplice bilancia elettronica, si può procedere alla pesatura verificando se il peso delle monete d’oro è lo stesso di quando sono state acquistate.
Per stabilire il loro valore nominale va valutata la purezza dell’oro espressa in carati ma, per ricevere un preventivo attendibile, è necessario prendere in considerazione anche altri fattori ed altre variabili capaci di fare la differenza.
Essendo l’oro soggetto all’usura del tempo, soprattutto per chi ha monete antiche o molto datate, non è detto che il peso sia rimasto invariato ma è possibile che sia leggermente calato. In questo caso il valore nominale scende ma, paradossalmente, se si tratta di un pezzo molto ambito dai collezionisti o particolarmente raro, potrebbe valere una cifra inestimabile.
Sul web sono disponibili siti specializzati che forniscono le quotazioni di tutte le monete da investimento: con un semplice clik in tempo reale si può verificare lo spread riportato in apposite tabell continuamente aggiornate.
Ecco perché nella valutazione di una moneta d’oro, è bene affidarsi alla consulenza di Compro Oro seri ed onesti che possono controllarne l’autenticità e lo stato di conservazione, determinanti ai fini della speculazione.
Un fattore molto importante, infatti, è rappresentato dalla scala di valori in base alla quale sono classificate le monete d’oro: le meno preziose sono quelle che rientrano nello stato definito Medio o Discreto mentre Fior di Conio, Eccezionale o Fondo Specchio indicano che si tratta di pezzi ottimamente conservati e quindi ricollocabili sul mercato ad un prezzo più alto.
Per evitare oneri troppo elevati come quelli normalmente applicati dalle banche o dai vari promoter finanziari, la migliore soluzione è chiedere una stima gratuita e vendere le monete d’oro ai migliori Compro Oro presenti sul territorio che garantiscono condizioni economiche più vantaggiose.
Soprattutto i possessori di Sterline, Krugerrand, Marengo (italiano, francese, svizzero, austriaco, belga), 100 Pesos Cileno o 50 Pesos Messicano oggi hanno l’opportunità di ricavare ottimi profitti recandosi presso i Banco Metalli specializzati in oro da investimento.
Ottimo il premio assicurato anche a chi vuole vendere 10 $ Liberty, 20 $ St. Gaudens o 4 Ducati Austria che, nel listino delle quotazioni, recentemente hanno incrementato lo spread e vengono pagate molto bene: un’occasione da non lasciarsi scappare e che il Compro Oro di fiducia valorizzerà ancora di più garantendo una negoziazione trasparente e sicura per assicurarsi la piena soddisfazione del cliente.
Perchè il prezzo dell’oro varia così spesso?
L’oro, il metallo prezioso per antonomasia, fin dall’antichità è stato considerato un materiale di elevato valore, adatto, oltre alla fabbricazione di monili e gioielli, anche ad essere utilizzato per acquistare beni.
Raro, dalle caratteristiche chimiche e fisiche attraenti, inattaccabile dagli agenti atmosferici e quindi praticamente indistruttibile, fu da sempre considerato uno dei mezzi più sicuri per effettuare pagamenti.
Già cinquecento anni prima di Cristo si pensò di utilizzarlo per coniare monete, fissando quindi, in un certo senso, il suo valore in modo abbastanza certo. Gli storici ci dicono che i primi a fare questa operazione furono i Lidi, che abitavano nella zona dove attualmente esiste la Turchia.
Chiaramente, però, il valore reale di quelle monete, e quindi dell’oro con il quale erano realizzate, non poteva essere uguale per tutti i popoli circostanti. Questa scarsa definizione universale della valutazione dell’oro durò fino ai primi del 1800, quando in Inghilterra si adottò il sistema monetario aureo, chiamato anche “Gold Standard”. Ad una certa quantità di denaro, anche non realizzato in oro, corrispondeva una certa quantità di oro. Questo tipo di approccio fu rapidamente adottato in molti paesi.
Dal 1919, la quotazione ufficiale dell’oro è stabilita due volte il giorno. Alle ore 10.30 e alle 15 (orario di Greenwich), a Londra, il cosiddetto “fixing dell’oro“.
Ma quali sono le variabili che giocano un ruolo nell’andamento del prezzo dell’oro?
In generale, possiamo dire che le quotazioni dell’oro aumentano quando l’economia è in crisi. Nei periodi di scarso sviluppo se non di recessione mondiale, infatti, le prestazioni dei titoli in borsa danno risultati nulli o addirittura negativi. Per questo, gli investitori tendono ad abbandonare quel tipo d’investimento preferendo quello in metalli preziosi come l’oro, che è, per questo motivo, ritenuto un “bene rifugio”. Per la legge della domanda e dell’offerta, ad una maggiore richiesta fa seguito un maggior prezzo, e quindi, in questo caso, ad una maggiore valutazione dell’oro.
Viceversa, se i mercati azionari hanno un trend positivo, avviene il fenomeno opposto. I grandi fondi d’investimento tenderanno a vendere oro e acquistare azioni, determinando così un calo del suo prezzo.
Questi due fenomeni sono stati evidenti anche recentemente. Dal 2001 al 2011 il prezzo dell’oro è stato in costante crescita. Dagli 8.300 dollari al kg del 2001, complici le varie vicissitudini iniziate con l’attentato alle torri gemelle e seguito, nel 2006, dalla crisi dei mutui subprime, si è passati ai 59.000 dollari al kg del Luglio 2011. Poi, da metà 2012, questo clamoroso risultato, non sempre giustificato sul piano teorico e, da molti, visto come un’ennesima bolla speculativa, ha cominciato a manifestare i primi cedimenti. Oggi si assesta attorno ai 40.000 dollari il kg. Questo anche grazie ad una certa stabilizzazione del mercato azionario, sebbene non si possa ancora parlare di una vera e propria ripresa economica solida.
Le instabilità politiche e i conflitti agiscono anch’essi nel senso di promuovere investimenti in un ambito più sicuro, sebbene non direttamente generatore di reddito. Il classico esempio di questo tipo d’investimento riguarda l’oro.
Recentemente, notevole è stato l’impatto delle azioni dei cosiddetti paesi emergenti nei riguardi dell’andamento delle quotazioni dell’oro. La Cina, ma anche Brasile e India, oramai vere e proprie potenze economiche, con i loro acquisti in metalli preziosi contribuiscono, se non ad aumentare, quanto meno a stabilizzare e mantenere alto il livello del prezzo dell’oro.
Anche se per motivi non perfettamente identici, l’andamento del prezzo del petrolio è simile a quello dell’oro, con valutazioni che aumentano in periodi di crisi e di instabilità politiche. Nonostante questo, non si può dire che esista un legame diretto tra il prezzo dell’oro giallo e quello dell’oro nero.
Naturalmente anche l’offerta gioca il suo ruolo. Se, per vari motivi, l’estrazione dell’oro è rallentata, o anche se il costo della sua produzione aumenta, riducendo di fatto la voce relativa all’offerta, il prezzo dell’oro tende a mantenersi stabile o ad aumentare.
Legati al prezzo dell’oro, anche se in misura minore, sono le richieste di tale materia prima da parte dell’industria. Se per la produzione di un determinato bene che ha molto successo sul mercato l’utilizzo dell’oro è indispensabile, le sue quotazioni aumenteranno, anche qui per un discorso legato alla domanda e all’offerta.
Anche l’inflazione può avere un ruolo nell’andamento del prezzo dell’oro. Se è elevata vuol dire che la cartamoneta perde progressivamente valore. In queste condizioni, normalmente, si è portati ad investire in un bene più duraturo quale è visto spesso l’oro, e questo fenomeno tende ad aumentarne il prezzo.
Abbiamo visto quanti e quali possono essere le variabili che incidono sul prezzo dell’oro. Per questo la sua predicibilità è alquanto scarsa: non si può sapere con certezza l’andamento dell’economia, si possono solo fare delle ipotesi che neanche i più dotati economisti sono in grado di prevedere con sufficiente certezza. Il valore dell’oro è e sarà sempre soggetto a fluttuazioni relativamente ampie, anche se, come è stato visto più volte, nel caso in cui una crisi finanziaria, più o meno improvvisamente, arriva, avere una certa parte di risparmi in oro può essere decisamente conveniente.
Saggio Coppellazione Oro
La fusione dell’oro è una metodica antica
Quando in casa si posseggono rottami aurei, gioielli dismessi o fuori moda e si desidera che questi elementi vengano riciclati, ci si può rivolgere al Banco metalli, che ha la possibilità di fondere l’oro inutilizzato e creare un lingotto.
Il metodo della fusione non è nuovo, infatti, pare già fosse conosciuto nel 4000 a.c., anche se, la prima testimonianza effettivamente riconosciuta risale all’episodio del vitello d’oro.
Questa storia biblica narra, secondo il libro di Esodo, di un’infinità di piccoli monili d’oro che vennero fusi dagli ebrei e da questa fusione nacque il rinomato vitello d’oro.
Anche oggi la fusione dell’oro è una pratica altamente utilizzata, ma naturalmente, si adoperano mezzi di ultima concezione e macchinari all’avanguardia per permettere all’oro vecchio di mostrarsi purificato e privo di qualsiasi residuo.
L’attuale normativa che vige nel settore prevede che una volta che l’oro è stato trattato con il processo di coppellazione, debba essere rigorosamente marchiato dall’azienda che ha effettuato la lavorazione di raffinazione e di separazione da altri materiali giudicati ‘impuri’.
Questa operazione è affidata solo ad Istituti di pregio che hanno ottenuto i dovuti riconoscimenti dalla Banca d’Italia ed il Banco metalli fa parte di questa categoria.
Un cittadino potrebbe voler far fondere il proprio oro per riunirlo in un solo lingotto oppure potrebbe semplicemente voler monetizzare vendendo il suo oro dimesso o inutilizzabile.
In entrambe i casi, il lingotto che si produce dopo questa operazione prima di essere dato al committente o essere messo in vendita da parte dello stesso banco metalli, deve necessariamente essere sottoposto al cosiddetto saggio di coppellazione che non è altro che un sistema atto ad identificare la quantità di oro presente nei preziosi.
Prima della fusione, l’oro deve essere sottoposto ad alcune analisi
L’oro lavorato prima ancora di essere fuso, deve subire dei saggi, che sono degli esami di identificazione che vengono svolti nei laboratori dei Banco metalli.
Esistono varie tipologie di analisi ma quelle più diffuse sono il saggio della tocca, la coppellazione e la spettrometria.
Il saggio della tocca è la metodica più utilizzata ed è la più affidabile, anche se bisogna attribuire l’attendibilità, alla competenza dell’operatore che lo esegue.
Questo è uno dei motivi per cui si consiglia di avvalersi sempre di operatori professionali e competenti come quelli degli affermati Banco metalli.
L’oggetto d’oro viene fatto ‘strisciare’ su un apposito arnese di pietra lavica che viene denominata anche ‘pietra di paragone’.
Dalla traccia che il gioiello lascerà sulla pietra lavica, si ricaverà titolo e caratura dell’oggetto, grazie anche all’ausilio dell’acido nitrico che ha il compito di allontanate i metalli non nobili, dall’oro.
La coppellazione, invece, è un processo più laborioso e invasivo, infatti, il monile da analizzare verrà avvolto in un supporto di piombo e poi introdotto in un crogiolo poroso ed, infine, immesso in un forno con temperatura elevatissima e che tocca i 1000 gradi.
Lo strato di piombo ha il compito di isolare i metalli meno nobili e l’oro puro verrà trattato con dell’acido nitrico e può ritenersi pronto per la fusione.
Con dei particolari rilevatori di raggi X, si applica la spettrometria che identifica meticolosamente la lega aurea.
Come avviene la fusione dei rottami d’oro
Per ottenere un lingotto attraverso il riciclo dell’oro usato, bisogna fondere i preziosi in un ‘crogiolo’ di graffite preziosi.
La fusione avviene introducendo l’oro dismesso in forni a temperatura elevatissima e una volta raggiunti più di 1000 gradi di calore, gli operatori provvederanno ad aggiungere acido borico in modo da agevolare il processo.
Appena l’oro comincia a liquefarsi, il composto andrà mescolato con una bacchetta in graffite ed infine, posto in una staffa preventivamente riscaldata in maniera che l’oro sciolto non subisca alcuno shock termico.
Subito dopo la colata, il liquido viene fatto raffreddare e solidificare ed in quest’ultimo, passaggio, l’oro perderà circa il 5% del suo peso effettivo.
La lavorazione continuerà con la levigatura sulla superficie del lingotto,con una limatrice professionale ed infine, il lingotto verrà immerso in una vasca detta di ‘decantaggio’ per essere ripulito dalle impurità.
Come operazione finale, il lingotto dovrà subire un ultimo passaggio in una vasca con un composto di soda e bicarbonato.
L’elemento sarà pronto dopo un meticoloso risciacquo con dell’acqua demineralizzata e marchiato dall’azienda che ha provveduto a quest’operazione.
Come vendere oro usato
Vendere oro usato è diventato oggigiorno un ottimo modo per liberarsi in modo facile e veloce di preziosi oramai andati in disuso e, soprattutto, aver la possibilità di ottenere un buon extra dalla vendita di questi oggetti.
La vendita dell’oro usato, ma anche di altri materiali preziosi come lo stesso argento e il platino, consente ai privati cittadini di recarsi nei centri Compro Oro e per mezzo di una valutazione arbitraria, stabilita dalla borsa mondiale, vendere i propri preziosi secondo una quotazione più che equa. Tutto ciò senza dover trovare l’acquirente privato, trattare con esso e magari avere problematiche riguardanti il pagamento.
Per tali ragioni, i Compro Oro certificati e soggetti a garanzia, rappresentano oggigiorno il modo più sicuro e proficuo per vendere i propri gioielli usati.
Prima di tutto, al fine di effettuare una corretta transazione, è necessario identificare il negozio Compro Oro più accreditato a tale operazione.
Negli ultimi anni sono sorti molteplici attività legate all’acquisto ed alla vendita dell’oro usato, ma recarsi nel Compro Oro sotto casa non sempre rappresenta la soluzione più vantaggiosa per voi.
Si consiglia a tal proposito di fare una veloce ricerca in rete dei negozi Compro oro della zona, magari cercando qualche recensione lasciata da clienti soddisfatti. Recatevi in prima persona a visitare tali negozi e possibilmente parlate con il titolare, o chi per esso, ponendogli tutte le domande ed i dubbi legati alla vendita dell’oro usato.
Fatevi mostrare la bilancia di precisione utilizzata per pesare i materiali preziosi e verificate che abbia l’omologazione CE-M. Tale certificazione infatti, è l’unico modo per verificare che lo strumento sia stato sottoposto alla regolare verifica da parte dell’Ufficio Metrico relativo alla Camera di Commercio competente.
Uno speciale bollino di colore verde sul quale è impressa una lettera “m” in vero certificheranno la corretta omologazione; inoltre, la stessa bilancia, deve presentare il doppio display sul quale sia l’operatore, sia il cliente, potranno verificare il peso del materiale prezioso.
Infine assicuratevi che l’esercizio proponga il servizio “blocca prezzo”, grazie al quale ogni venditore ha la facoltà di bloccare per 24 ore il valore dell’oro.
Nello specifico, questo strumento consente al venditore di controllare l’andamento della borsa, e quindi del valore, relativi ad un determinato elemento: oro, argento, platino… Ogni materiale prezioso ha una borsa che ne decreta quotidianamente un determinato valore. Ma come tutti sanno, la borsa potrebbe essere soggetta ad oscillazioni da un giorno con l’altro. Ecco perché il blocca prezzo risulta uno strumento fondamentale per i venditori di oro usato, perché attraverso di esso, il venditore ha la possibilità di bloccare il prezzo confacente alle proprie aspettative e recarsi con tutta calma, entro 24 ore, nel centro Compro Oro abilitato all’acquisto.
Terminato questo iter preparativo, il venditore è quasi pronto per completare la cessione dei propri beni.
Al fine di raggiungere la massima scrupolosità si consiglia di pesare anche a casa il proprio materiale prezioso. Basterà utilizzare anche una comune bilancia elettronica da cucina; anche se questa non vi darà la massima precisione sul peso dell’oro che andrete a vendere, vi servirà per avere un’idea su quanto andrete a guadagnare. Poi ovviamente farà fede la bilancia di precisione del negozio Compro Oro.
L’ultimo step che vi separerà dalla vostra vendita è relativo al monitoraggio della borsa. Non serve essere broker di professione per valutare l’andamento della borsa, tuttavia questo passaggio non è da affrontare superficialmente perché ne vale del vostro guadagno.
Monitorare l’andamento delle borse mondiali è possibile attraverso una qualsiasi connessione ad internet, volendo anche con il vostro smartphone. Vi basterà utilizzare un qualsiasi motore di ricerca e digitare come keyword “valutazione oro“. Come risultati vi saranno offerti una serie di siti internet dai quali è possibile controllare in tempo reale quanto vale ogni materiale.
Quando la valutazione del materiale prezioso avrà raggiunto una quotazione per voi soddisfacente utilizzate lo strumento blocca prezzo per fissare quei precisi valori, e stampate il documento oppure memorizzate la pagina sullo smartphone.
Vi basterà recarvi in negozio con la quotazione bloccata per completare la vendita. Ovviamente, qualora il giorno dopo la quotazione risultasse ancor più vantaggiosa rispetto alla quotazione precedentemente bloccata, nulla vi proibirà di vendere alla quotazione corrente.