I quiz o concorsi a premi sono un modo simpatico e divertente di guadagnare del denaro, a patto di essere bravi, competenti e capaci di sbaragliare un’agguerrita concorrenza.
E dopo il conseguimento dell’obiettivo, quando, di fatto, la vincita è conclusa, oltre alla soddisfazione della vittoria, cosa rimane?
Resta la vincita ovvio, ma il suo valore è indicativo e adesso chiariremo il perché.
In Italia è in vigore una legge che proibisce il gioco d’azzardo, ed è per questo motivo che le vincite televisive e i concorsi a premi, sono elargiti in gettoni d’oro.
Solitamente chi mette in palio un premio, ordina a una ditta produttrice di gettoni d’oro, pezzi sufficienti a soddisfare la vincita, facendo apporre su una faccia del gettone il proprio logo o l’immagine rappresentativa. I gettoni in questione sono d’oro a diciotto carati, ciò significa che non sono oro puro che invece si attesta sui ventiquattro carati. Il peso indicativo di ciascun gettone d’oro è di 10 gr.
E’ assodato quindi, che il valore effettivo della vincita non è mai pari a quanto dichiarato al momento della messa in palio, perché l’oro è soggetto a oscillazioni dovute al mercato internazionale. In aggiunta occorre tenere in considerazione i costi aggiuntivi, sempre a carico del vincitore e cioè la tassazione fiscale a norma di legge, che oggi è del 22%. Diversamente stabilito, sono a carico del concorrente anche le spese di acquisto dei gettoni sostenute da chi eroga la vincita e ancora le spese di coniazione degli stessi. Tutto questo è stabilito contrattualmente e una volta apposta la propria firma, si accetta senza possibilità di discussione. L’incasso della vincita avviene solitamente dopo 6 mesi e anche questo è prescritto dal contratto.
Una volta incassati i gettoni d’oro, cosa fare?
Alcuni decidono di tenere in un cassetto la vincita, perché magari collezionisti di monete d’oro, altri, la maggioranza, hanno necessità di trasformare in denaro contante quella che può essere anche una piccola fortuna, che può migliorare la vita quotidiana, attraverso la realizzazione di desideri purtroppo accantonati. Da qui, da questo punto, nasce l’esigenza di ricavare il massimo, di vendere al maggior prezzo il proprio oro.
Le soluzioni in commercio sono tante, purtroppo non tutte prive di rischi connessi alla piena realizzazione economica.
Chi eroga la vincita solitamente mette a disposizione il proprio banco oro che si dichiara disponibile all’acquisto. In pratica non si ricevono i gettoni d’oro ma direttamente il denaro contante. Potrebbe a prima vista sembrare un’ottima soluzione, anche perché evita di fare ricerche di mercato e quindi “perdere” del tempo. La realtà è diversa e occorre sottolineare che questa procedura comporta un’ulteriore decurtazione del 5% sull’importo da incassare, vittima di eccessiva svalutazione.
Un esempio concreto, riportato da diversi quotidiani, è quello concernente la vincita di un’edizione del Grande Fratello, il cui premio era di 250.000 euro. Il concorrente ha definitivamente incassato, dopo sette mesi, 150.000 euro. Si tenga conto che nel 2011 (anno di riferimento) l’Irpef era al 20% e l’IVA al 20%.
Non bisogna però farsi demoralizzare da queste argomentazioni, perché è pur sempre vero che una vincita è sempre una somma di denaro inaspettata che rende felici, indipendentemente dal resto.
Il primo passo è quello di consultare la quotazione dell’oro per riuscire a vendere al prezzo più alto i propri gettoni.
Quest’operazione è fattibile, monitorando in rete i siti di riferimento che quotidianamente comunicano il prezzo dell’oro che è fissato a Londra dalla London Bullion Market Associaton. Quest’associazione composta da broker, professionisti che comprano e vendono oro per i propri clienti, dal 1919 e due volte al giorno, si accordano sul prezzo che poi è comunicato agli operatori di tutti e cinque i continenti. Si deduce che il prezzo può variare nello stesso giorno ben due volte, in rialzo o in ribasso ovviamente.
In rete ci sono portali gestiti da professionisti del settore, seri compro oro, che consentono di fissare il prezzo per ventiquattro ore, tali da consentire al venditore un lasso di tempo necessario per espletare le formalità e così da non perdere la quotazione ritenuta più conveniente.
Tutto questo permetterà la massima redditività di un “regalo” inaspettato e farà in modo di non vanificare gli sforzi fatti per il conseguimento di una vincita che magari è costata tempo, molto studio ed emozioni. Se non è tutto oro quel che luccica, in questo caso si farà il possibile perché lo diventi.